venerdì, luglio 25, 2008

Gennaro Fortunato: "Che emozione rivedere Baran"

Era l’ormai lontano settembre dell’anno 1975, freschi campioni italiani ragazzi in quattro di coppia, partivamo anche noi a fianco degli azzurri, destinazione Nottingham.

La federazione aveva organizzato un viaggio premio per noi, neo ragazzini campioni, onde consentirci di assistere ai campionati mondiali assoluti, con lo scopo di farci innamorare sempre più del nostro meraviglioso sport.

Cavolo se ci sono riusciti!

Non posso descrivere quale fosse l’emozione di viaggiare insieme con i nostri eroi azzurri: il quattro senza di De Piccoli, il grande singolista Umberto Ragazzi (come non dimenticare le interminabili sfide con l’amico avversario Marco Marconcini campione del mondo juniores), il gigantesco Rossetto nuovo prodiero del due con.

Ci sentivamo un po’ come loro, al loro fianco mi sentivo anch’io campione, camminavo levitando nell’aria a trenta centimetri da terra.

L’emozione diventò frenesia quando nel gruppo degli atleti scorsi lui, il mito, l’uomo che era stato capace di salire sul tetto del mondo, il campione olimpico Primo Baran che si accingeva ad affrontare l’ennesima competizione mondiale, penso l’ultima, della sua incredibile carriera sportiva.

Lui non sapeva neanche che io esistessi ma io quella emozione, l’ho portata dentro di me per tutta la vita e la custodisco gelosamente.

Quell’emozione, insieme con il sudore, la fatica, i calli sulle mani, le sconfitte, le lacrime, le vittorie, mi ha consentito di diventare uomo pur restando ragazzo.

Sono trascorsi trentatre anni da allora io sono ancora qui tra tanti meravigliosi amici canottieri che, pazzi come me, amano ancora sfidarsi sui campi di regata ed anche tu, maestro, sei qui tra di noi a dispensare consigli tecnici e soprattutto sorrisi e cordialità, esattamente come allora.

Ancora non sai che io esista, ma io sabato mattina rivedendoti ho provato la stessa emozione di tanti anni fa, e sento il dovere di ringraziarti per tutto quello che tu, con l’esempio, hai saputo dare a noi canottieri, ragazzini di tutte le età.

Gennaro Fortunato
CUS BARI

(fonte www.canottaggio.org)

9 commenti:

Mitico Roccia ha detto...

Grazie Gutta per la citazione.
Non sapevo l'avessero pubblicato.

il rosso ha detto...

w roccia ... per sempre mitico!

Adriano ha detto...

niente di più vero di quello che hai scritto..mitico!

The Rocket ha detto...

Uni momenti piú forti e significativi all'inizio del mio giro nel mondo del canottaggio é stato quando, per la prima volta a Piediluco, ho incrociato i grandi campioni, i miti del remo, quei nomi di cui si sentiva a stento parlare in televisione e che compivano grandi imprese in giro per il mondo.
La cosa meravigliosa e per me stupefacente era vedere questi campioni ad un passo, vederli spesso seduti sull'erba accanto a noi o giocare a biliardo (senza stecche) nel bar dove andavamo a prendere il gelato..e questa dimensione, questo poter camminare lí dove camminavano loro, mi riempiva di stupore e pian piano mi faceva sognare ("un giorno anche io potrei essere come loro") ed innamorare del canottaggio, uno sport di fatica, uno sport semplice e povero di soldi, ma in cui atleti capaci di imprese immense condividono gli stessi spazi e gli stessi passatempi dei ragazzini che sono alle loro prime gare.
Non so in quante altre discipline sportive questa accada, ma penso di sapere (come molti canottieri) quale emozione ha provato il Mitico nel vedere per la prima volta quel campione e per questo trovo che abbia scritto una cosa che é dentro molti di noi e che ha contribuito a farci innamorare del canottaggio
Grande Mitico..
senti un pó, ma data la tua lunghissima esperienza e visto che sai suscitare tante emozioni, perché non ti dedichi esclusivamente a scrivere del canottaggio?chissá, qualcuno te ne sarebbe grato

Mitico Roccia ha detto...

E mi sembrava strano che potesse fare un complmento........!!!!!
Io comunque ringrazio e dico che le emozioni più belle sono quelle che si vivono in barca.
Pertanto: Alzheimer, Parkinson, demenza senile, incontinenza, artrosi, artiti, lombosciatalgie, invecchiamento precoce del bulbo, omicidio, ecc ecc...permettendo, caro The Rocket, io dal carrello non mi schiodooooo!!

The Rocket ha detto...

no no, il complimento c'era tutto, davvero, é stata la curva subito dopo che ha portato su un'altra strada, ma si trattava di un'idea piú che di un invito.
Pensavo, visto che sai toccare tanto i cuori, dedicati a quello
e se vuoi un posto sul carrello, tranquillo, ti leghiamo ben stretto accanto alla coppulla o ai settevventi se preferisci

Mitico Roccia ha detto...

bhe grazie...che dire....sono commosso.

il re della regione ha detto...

Grande il mitico roccia!!! Io amo il nostro sport e le sensazioni rimarranno un patrimonio personale che non riuscirò a condividere con nessuno e che porterò dentro (qualcuno dice che me le sono mangaite e si vede)di me a vita. Io ho avuto l'onore (non la sfiga) di avere come avversari i fratelli Abbagnale. Chiaramente il risultato era scritto ma il giorno in cui gli ho chiesto se potevo avere in prestito il loro empacher perchè loro erano impegnati in una gara in 8 (Mantova 1990 - Pasquale Panzarino se lo ricorderà...) ed io ero con il mio socio (MM) con la barca scassata non hanno fatto una piega....Vincere quella gara non aveva molto senso (però l'ho vinta) perchè la mia vittoria l'avevo già ottenuta...
BUONE FERIE A TUTTI

il rosso ha detto...

questa è poesia ... e che poesia!